giovedì 2 febbraio 2012

Wislawa

L'altro giorno ho appeso sull'anta dell'armadio questa tua poesia che rispecchia la frustrazione di questo periodo. Come si scrive un curriculum? Come si può pretendere di capire una persona dopo la trasformazione in numeri, vie, date e nomi di un'esperienza così intensa come la vita che hai vissuto fino a quel momento?
Non amo la poesia e non mi è mai riuscito di capire cosa si definisse poesia e cosa no.
Però so che queste parole mi rimangono dentro ogni volta che le leggo e questo mi succede con pochi.
E' con le tue parole che ti saluto. Non ne ho di mie per esprimere il dolore in modo leggero come sapevi fare tu. Non ho mai avuto molta abilità a scrivere ma ho smesso di viverlo come un cruccio.


Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.



"Amore a prima vista" è legata al ricordo di un momento in cui ho capito che ero rinata e che potevo amare aldilà di chi mi fosse stato a fianco.
Perché nonostante il tuo ateismo e la tua razionalità, di fronte all'amore non puoi credere che sia tutto casuale. Abbiamo bisogno di un disegno che rende tutto magico, perché non è possibile che quelle anime si siano ignorate fino a quel momento.



Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.



Chi lascia un vuoto quando se ne va significa che ha riempito una vita quando era qui. Leggera.





2 commenti:

Ophelinha ha detto...

che bella la seconda foro Dona...e bellissimi i versi. Me l'ha fatta conoscere un amico molto speciale, e da allora non ho smesso di scoprirla e di amarla.

Donatella ha detto...

A me l'hai fatta scoprire tu e, idem, non ho più smesso di amarla :)