giovedì 17 novembre 2011

E lasciamole cadere queste stelle.

“La donna e il cielo si somigliano.
Sconfinato è lo sguardo di meraviglia e terrore che un uomo può perdere in entrambi.
Il mistero di una donna è un dolore che non si rimargina e neppure si riesce a imparare.
L’uomo non imparerà mai ad essere una donna, e neppure una donna imparerà mai ad essere donna.
Quando una donna nasce lo fa per sempre.
Un uomo nasce solo per ferire, morire e ferire di nuovo; offendere, chiedere perdono, amare, scappare, amare di nuovo, di nuovo scappare, ferire, amare di nuovo e di nuovo morire.
L’uomo vive per lasciare impronte sulla neve, nell’illusione di fare traccia di sé.
La donna è la neve e il paesaggio che si farà primavera.
La donna è una sfida che ti sfida.
La donna è un ordigno, e l’uomo è un bambino che non riesce a capirci niente e lo distrugge, per piangere subito dopo e dare la colpa alle istruzioni.
Ma la donna e il cielo non hanno istruzioni”. (Filippo Timi)

Cosa succede quando ti guardi allo specchio e non ti accorgi di essere né neve né cielo?
Il dolore è avvertire negli occhi dell'uomo che sei neve e cielo mentre tu non lo vedi.