lunedì 9 gennaio 2012

He cometido el peor de los pecados 
que un hombre puede cometer. No he sido 
feliz. Que los glaciares del olvido 
me arrastren y me pierdan, despiadados. 

Mis padres me engendraron para el juego 
arriesgado y hermoso de la vida, 
para la tierra, el agua, el aire, el fuego. 
Los defraudé. No fui feliz. Cumplida 

no fue su joven voluntad. Mi mente 
se aplicó a las simétricas porfías 
del arte, que entreteje naderías. 

Me legaron valor. No fui valiente. 
No me abandona. Siempre está a mi lado 
La sombra de haber sido un desdichado.

(Jorge Luis Borges)

Ho conosciuto questa meravigliosa poesia grazie a Manuela. E l'ho subito condivisa con una persona speciale.
Dopo la telefonata di questa sera ho ripensato a queste parole.
"Mis padre me engendraron para el juego arriesgado y hermoso de la vida, para la tierra, el agua, el aire, el fuego."
E ora mio padre, che ha amato profondamente la vita quando ha deciso di donarmela, si lascia andare.
Non riesce a combattere contro uno stupido rotolo di carta avvelenato di nicotina.
Non tiene alla sua vita, quella di cui io faccio parte. Allora non tiene a me.
Quando ho commesso il terribile peccato di smettere di amare la vita ho peccato io sola e me ne prendo la responsabilità. Questo significa che il tuo atteggiamento non riguarda me? Non è in fondo anche colpa mia se ami poco la vita? Se ti senti deluso?
Se tu non desideri vivere come posso farlo io al posto tuo?
Come posso accettare che sia proprio mio padre a non temere la morte? O meglio, a non amare la vita?
Parlo proprio io che tante volte ci avrei rinunciato.
Ma le lacrime di mia madre stasera hanno reso il pericolo ancora più concreto e per la prima volta ho capito quanto sto rischiando di perderti. E non per la gravità della situazione, ma per la mancanza di volontà di cambiamento.
Cosa devo fare papà? Perché non ti interessa rimanere con noi?

1 commento:

Ophelinha ha detto...

Cara DonaOltreLoSpecchio, la tua amica Manuela e'piu'che contenta di condividere con te le piccole chicche che scopre :)
Per quanto riguarda la tua situazione, ricordati che le colpe dei padri non ricadono sui figli-e viceversa. Non siamo i nostri genitori, e i nostri genitori non sono noi. Quindi non ti addossare colpe. Davanti alla morte ci sentiamo tutti dei giganti. Fino a quando iniziamo ad averne paura. Ti abbraccio forte forte